Arte e cultura nelle Marche    Tolentino

La Basilica di San Nicola da Tolentino

Le Marche sono una terra di natura, di arte e di gastronomia, ma anche di spiritualità. Per questo, chi è mosso dall'afflato religioso non può fare a meno di entrare nella Basilica di San Nicola da Tolentino, considerata tra i più rilevanti santuari di tutta l'Italia centrale e dedicata, appunto, al frate agostiniano San Nicola da Tolentino, nato nel 1245 e morte nel 1305, grande predicatore e taumaturgo che risiedette nel convento dei frati eremitani di S. Agostino di Tolentino per 30 anni, fino alla morte. La fama di San Nicola da Tolentino è dovuta alle sue eccezionali capacità taumaturgiche, note sin da quando egli era in vita, al punto che la canonizzazione che lo riguardò avvenne in tempi molto rapidi e si concluse solo a venti anni di distanza dalla sua morte.

Ecco, quindi, spiegata l'importanza della Basilica di San Nicola da Tolentino, che oggi viene venerato in qualità di protettore delle puerpere, invocato per le difficoltà dell'infanzia e pregato come patrono delle anime del Purgatorio. L'edificio è stato consacrato nella seconda metà del Quattrocento e propone, all'interno, una sola navata con abside poligonale. Il soffitto a cassettoni in legno risale al XVII secolo, così come le otto cappelle, che includono prestigiose opere d'arte, tra le quali San Tommaso da Villanova e Sant'Anna da Guercino del Ghezzi. Il chiostro della basilica è considerato uno dei più belli e dei più affascinanti di tutta la regione, anche perché vi si trova la cella di San Nicola, che conserva due lunette affrescate risalenti ai primi anni del XVI secolo, nelle quali sono raffigurate episodi riguardanti la vita del santo: la cella, oggi, è stata trasformata nell'oratorio della comunità agostiniana.

Uno dei motivi per cui vale la pena di scoprire la Basilica di San Nicola di Tolentino, in ogni caso, va individuato nella grande quantità e nella altrettanto grande varietà di opere d'arte che comprende. Il Cappellone, nello specifico, risulta di gran pregio, con gli affreschi realizzati da Baronzio, Giuliano e Pietro, pittori esponenti della scuola di Rimini, che costituiscono la testimonianza di maggior valore della pittura marchigiana del Trecento.

Salendo su uno scalone, poi, si arriva ai Musei della Basilica: anche qui, c'è spazio per numerose sculture e per molti dipinti, oltre a esposizioni di presepi permanenti, ceramiche preziose e molti altri capolavori. A proposito di capolavori, non si può fare a meno di citare i veri gioielli di questo edificio religioso, vale a dire La peste a Genova di Giovanni Carboncino (anche se altri la indicano come La peste a Venezia) e L'incendio del Palazzo Ducale a Venezia di Matteo Stom. Insomma, un mix tra arte e spiritualità, un connubio perfetto tra storia e religione, un matrimonio affascinante tra fede e talento.