Situato sulla SS 78, la strada che permette ai maceratesi di raggiungere i Monti Sibillini, il paese di San Ginesio, che può vantare di essere bandiera arancione delle Marche, è la meta ideale per coloro che amano osservare il panorama dall'alto: non è un caso che vi si faccia riferimento parlandone come del balcone dei Sibillini, dal momento che la vista che regala va dal Monte Conero sino agli Appennini. Bagnato dalle acque del torrente Fiastrella, si fa notare per la presenza di un gran numero di edifici contraddistinti da elementi e stilemi caratteristici dell'architettura del Nord Europa: non c'è nessun mistero inspiegabile, però, dietro questo fatto, nel senso che nel Medio Evo qui erano presenti numerose maestranze in arrivo dai Paesi Bassi e dalla Germania.

Chi si volesse cimentare in un tour turistico di San Ginesio, allora, potrebbe iniziare dalle Mura del XIV secolo, dalle quali la cittadina è totalmente circondata, con tanto di torrioni e torri a dominare il paesaggio. Molto importante dal punto di vista storico è anche l'Ospedale dei Pellegrini, un edificio risalente al Duecento con una loggetta e un portico a basse colonne, mentre gli appassionati di arte possono restare incantati di fronte alla Collegiata, con la sola opera in stile gotico fiorito di tutte le Marche, una decorazione in cotto che si ritiene sia stata realizzata da Enrico Alemanno.

Le architetture religiose di San Ginesio

Per quel che concerne le architetture religiose di San Ginesio, non si può fare a meno di ricordare la Chiesa di San Gregorio, che mette in evidenza il suo stile neo-gotico, e la Chiesa di San Francesco, costruita intorno al Mille, mentre di un paio di secoli più tardi è l'ex convento degli Agostiniani.

Il calendario degli eventi culturali di questo paese è ben nutrito, e una volta ogni tre anni si arricchisce con il cosiddetto Ritorno degli Esuli, una rievocazione storica che intende riprodurre un avvenimento andato in scena nella seconda metà del XV secolo, quando diverse centinaia di sanginesini trovarono rifugio in Toscana, a Siena, dopo essere stati mandati in esilio, colpevoli - o presunti tali - di essere responsabili di una sedizione finalizzata al restauro della monarchia. A Siena, però, i marchigiani si fecero apprezzare per la loro fedeltà e per la loro diligenza, doti che misero in mostra dopo essere stati arruolati nella guardia civica e che permisero loro di essere rispediti in patria.