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I resti della Santa Casa di Nazareth nella Basilica di Loreto

Chi vuole visitare la Santa Casa di Nazareth, non ha bisogno di cercare tra polverosi resti archeologici in Israele ma è sufficiente che arrivi a Loreto ed entrare nel famoso Santuario.
La dimora terrena della Madonna è conservata proprio all’interno della Basilica di Loreto e, oltre a quanto narra la tradizione a tal proposito, esistono delle prove documentate sia a livello archeologico che storico che ne comprovano la veridicità.
La Casa di Maria a Nazareth era realizzata da due parti ben distinte: la prima, era la Grotta scavata nella roccia che è tutt’ora visibile nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth; e la seconda era ricavata da una camera in muratura formata da tre pareti di pietre che chiudevano la grotta.

Santa casa di Nazareth

Leggenda narra che nel 1291, i crociati definitivamente cacciati dalla Palestina, portarono con loro le pareti in muratura della casa di Maria fino ad Illiria (oggi la cittadina di Tersatto in Croazia) e tre anni più tardi definitivamente trasferite nel territorio di Loreto.
Se la leggenda può dar adito a dubbi, le prove documentate originate da scavi archeologici effettuati a Nazareth e nel sottosuolo della Santa Casa insieme a nuovi studi e ricerche iconografiche e filologiche, hanno confermato il fatto che le pietre dell’abitazione della Madonna furono realmente trasportate via mare a Loreto per conto della famigli Angeli, una casata nobiliare che regnava sull’Epiro. Questo si evince in un documento del 1294 dove il despota Niceforo Angeli diede sua figlia Ithamar in sposa ad un erede di Carlo II d’Angiò, Re di Napoli, tale Filippo di Taranto al quale portò in dote tra gli altri beni, anche le “sante pietre portata via dalla Casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio”.

Nella Basilica di Loreto

Le pareti che compongono la Santa Casa di Nazareth all’interno della Basilica di Loreto sono fatte di un materiale in pietra non affatto reperibile sul territorio marchigiano e anche la loro realizzazione è aliena dalle abitudini locali dell’epoca. Il modo di lavorazione delle pietre segue l’uso dei Nabatei di Galilea al tempo di Gesù e i graffiti presenti, studiati da esperti, sono riconducibili alla cultura giudeo-cristiana e simili ad altri trovati a Nazareth.
Murate tra le pietre sono state anche rinvenute cinque croci di stoffa rossa che richiamano i crociati, nonché dei resti di uovo di struzzo che nella simbologia palestinese si riferisce al mistero dell’Incarnazione.
A livello architettonico sono presenti solo tre pareti in quanto la quarta costituiva l’apertura verso la Grotta e sono prive di fondamenta perché poggiavano direttamente a terra da dove si innalzavano per tre metri. Il tetto e la volta presenti, furono aggiunti solamente verso la metà del Cinquecento per offrire un luogo più consono al culto.

La Casa di Maria fu rivestita da una costruzione marmorea voluta da Giulio II e ideata dal Bramante con il contributo di Andrea Sansovino e di Antonio da Sangallo il Giovane e realizzata da artisti rinascimentali italiani. Il rivestimento si compone di un basamento ornato dal quale parte un ordine di colonne striati terminanti con capitelli corinzi che reggono un cornicione aggettante.

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