Itinerari nelle Marche    Ascoli Piceno

Eremo di San Marco

Affascinante e misterioso, enigmatico e suggestivo: sono tutti aggettivi che si rivelano perfetti per descrivere l'Eremo di San Marco, situato nella zona meridionale della città di Ascoli Piceno. Questo romitorio, collocato nei pressi della località di Piagge, è dedicato a San Marco evangelista e si fa ammirare per la sua posizione particolare, abbarbicato com'è alla parete di roccia del Colle San Marco. Ereditata dalla famiglia Sgariglia e attualmente di proprietà del comune, la costruzione è un simbolo di Ascoli sia sotto il profilo della spiritualità che dal punto di vista artistico. I turisti che hanno l'opportunità di visitare la città marchigiana possono osservarlo da piazza del Popolo; ma, volendo salire fino all'eremo, si può godere di uno spettacolo ancora migliore, con il panorama della Valle del Tronto che si estende fino al Mare Adriatico.

L'Eremo di San Marco ha un valore notevole per gli esperti e gli appassionati di architettura: il campanile sulla sinistra è accostato al corpo di fabbrica della facciata, la quale è scandita in senso orizzontale da due ordini di bifore. La costruzione in blocchi di travertino mette in evidenza i canoni tipici dello stile romanico: i blocchi sono legati tra loro con la marta di calce e si caratterizzano per una forma grossolanamente squadrata. All'interno della costruzione si trovano due cavità, l'una sopra all'altra: nello spazio della grotta superiore ci sono alcuni monumenti funebri dei Tibaldeschi, antica famiglia ascolana di cui si può osservare lo stemma, mentre dello spazio sottostante risalta la copertura a botte.

I turisti che fossero interessati a giungere presso l'Eremo di San Marco devono prepararsi a intraprendere un percorso piuttosto impegnativo, ma non per questo proibitivo: l'accesso è possibile attraverso una massiccia scalinata in pietra che permette di attraversare un burrone decisamente profondo, a mo' di ponte. Certo, se si soffre di vertigini si può avere qualche piccola titubanza, ma a parte questo non si corrono rischi di alcun genere.

Anzi, vale la pena di avventurarsi su questa scalinata per compiere un metaforico tuffo nel passato e andare alla scoperta di una storia molto antica. Risalgono, infatti, ai primi anni del Duecento le prime documentazioni che riguardano l'eremo, che nei primi tempi accolse un gruppo di monaci che facevano parte dell'Ordine cistercense: si trattava di una comunità di religiosi che scelse appositamente questo luogo per soddisfare il proprio desiderio di isolamento e solitudine. E, in effetti, in un ambiente così ostile e difficilmente accessibile, immerso nei boschi tra alture aspre, era possibile per loro seguire la regola a cui si dedicavano.

Oggi l'aspetto della location suscita emozioni profonde e colpisce per la sua particolarità: sembra quasi che l'eremo sia stato intagliato nella roccia, con la torre campanaria che lo impreziosisce e che attira sia credenti che non credenti. Per fortuna è da tempo che il luogo viene protetto: gli ultimi atti vandalici degni di nota che lo hanno riguardato risalgono addirittura alla seconda metà del XIX secolo, quando furono profanate alcune tombe e l'altare venne spogliato, con affreschi e arredi che finirono deturpati in modo indegno.