Itinerari nelle Marche    Corinaldo

Il borgo di Corinaldo

Non tutti lo conoscono, ma il borgo di Corinaldo, in provincia di Ancona, è uno dei più belli d'Italia: a testimoniarlo è la sua partecipazione al Borgo dei Borghi, concorso istituito dalle Falde del Kilimangiaro, la celebre trasmissione di viaggi di Raitre. Bandiera Arancione, Corinaldo si trova non lontano dalla costa marchigiana che si affaccia sul Mare Adriatico, e regala ai turisti spiritualità, tradizione e arte. Oltre, ovviamente, a un mare stupendo. A colpire l'attenzione sono, tra l'altro, le imponenti mura, risalenti al XV secolo, ancora in un perfetto stato di conservazione. Uno dei punti di partenza obbligati di un ideale tour turistico non può che essere la Piaggia, vale a dire la scalinata composta da cento gradini che rappresenta, in un certo senso, il cuore del borgo, anche perché si trova nel bel mezzo del centro storico. Accanto alla Piaggia si possono ammirare delle case in mattoni molto caratteristiche, che la affiancano per tutta la sua lunghezza, perfette per respirare l'atmosfera medievale di Corinaldo.

Molto celebre, poi, è il cosiddetto Pozzo della Polenta, su cui aleggia una leggenda misteriosa dalla quale è scaturita una rievocazione storica che si tiene ogni anno, la Contesa del Pozzo della Polenta: si tratta di una manifestazione che viene organizzata nella terza domenica di luglio, e rappresenta la rievocazione più antica di tutta la provincia di Ancona. La storia del pozzo è davvero interessante, non solo perché affonda le radici in un passato molto lontano. Fatto edificare nella seconda metà del Quattrocento da Antonello Accattabriga, è stato interrato all'inizio del secolo scorso, proprio in occasione della costruzione della scalinata. Nel 1980, quindi, è stato ricostruito interamente, in corrispondenza della prima edizione della Contesa del Pozzo della Polenta: e così da quell'anno viene rievocata la storia del sacco di farina appoggiato al bordo del pozzo. La leggenda vuole che, un tempo, un uomo che stava portando sulle spalle un sacco contenente farina di granturco molto pesante mentre saliva la lunga scalinata, si sia fermato per concedersi un attimo di riposo e abbia deciso di appoggiare il sacco con la farina sul bordo del pozzo. Dopo averlo fatto cadere in maniera involontaria, l'uomo sarebbe sceso nel pozzo per tentare di recuperarlo: tuttavia le donne del paese, vista la sua assenza, avrebbero cominciato a dire - non vedendo tornare l'uomo - che era impegnato a mangiare la polenta dentro al pozzo.

Una storia curiosa e leggendaria, diventata così famosa nel tempo che, ancora oggi, ai residenti di Corinaldo viene affibbiato il soprannome di polentari. Polentari che, ogni giorno, possono godere la visuale di un altro edificio che ha a che fare con una leggenda, la casa di Scuretto. Scuretto era il soprannome di Gaetano, il ciabattino di Corinaldo. Costui aveva tanti pregi, ma anche un grande difetto: una passione quasi inesauribile per il vino, che lo portava a spendere nelle osterie del paese tutto il suo denaro, inclusi i soldi che suo figlio gli inviava dagli Stati Uniti. Il figlio di Scuretto pensava che quel denaro sarebbe servito per costruire la casa in cui sarebbe andato a vivere al ritorno dall'America, ma così - evidentemente - non era. E così, una volta, venutogli il dubbio che non tutto stesse andando secondo i piani, domandò a Scuretto di spedirgli una foto dell'abitazione in costruzione; il furbo padre fece costruire unicamente la facciata, e si fece immortalare dal fotografo mentre si affacciava alla finestra. Il figlio, però, non cascò nel tranello, e decise di non inviare più soldi a Scuretto, il quale rimase senza denaro per le bevute e per la continuazione dei lavori. Oggi quella casa incompiuta è il simbolo di Corinaldo.