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La chiesa di Santa Maria di Portonovo

Tra le bellezze che rendono le Marche un territorio speciale non può non essere annoverata la chiesa romanica di Santa Maria di Portonovo: si tratta di un edificio tanto celebre quanto poco visitato, anche grazie sua posizione geografica. La chiesa, infatti, si trova praticamente a picco sul mare, affacciandosi sulla baia di Portonovo: per fortuna, con il contributo del Fai sono sempre di più i turisti che si stanno avvicinando a questo gioiellino e stanno cogliendo l'opportunità di ammirarlo da vicino. E d'altra parte sono davvero tante le ragioni per cui vale la pena di visitare Santa Maria di Portonovo.

chiesa di Santa Maria di Portonovo

Certo, la sua collocazione è impegnativa: si trova nel punto della baia di Portonovo meno accessibile in assoluto, a picco sul Mare Adriatico. Ma è anche per questo motivo che il suo fascino è così ammaliante. La storia della chiesa ci riporta indietro nel tempo, addirittura intorno all'anno Mille, quando la struttura venne edificata approfittando di una frana che rubò un po' di spazio al mare. In effetti il colpo d'occhio che il paesaggio regala è qualcosa di unico: merito, tra l'altro, della pietra bianca che si specchia nelle acque cristalline del mare.

Dal punto di vista architettonico, Santa Maria di Portonovo ha un grande valore: la chiesa possiede cinque navate, anche se le due più esterne sono state aggiunte solo successivamente rispetto all'erezione iniziale. La pianta della struttura, quindi, rappresenta una sorta di incrocio tra la croce greca e l'impianto di una basilica. Vale la pena di dare un'occhiata, tra l'altro, alla cupola centrale, la cui forma ellittica lascia a bocca aperta.

Certo è, comunque, che quel che colpisce di più di questa chiesa è la sua storia, che l'ha vista passare indenne qualcosa come dieci secoli: un intero millennio. In passato, Santa Maria di Portonovo era abbinata a un convento (che oggi è praticamente scomparso: restano solo le sue fondamenta), fino a quando nel 1300 essa fu abbandonata dai monaci a causa dei pericoli che provenivano dal basso e dall'alto. Dal basso, cioè dal mare, che era solcato da temibili pirati le cui intenzioni erano tutt'altro che buone; e dall'alto, cioè dalla montagna, le cui frane rappresentavano una minaccia costante per l'incolumità e per la salute di chi viveva nel convento. Da quel momento, dunque, il convento stesso venne utilizzato in vari modi: per esempio i Francesi lo sfruttarono, nei primi anni dell'Ottocento, come cava grazie alla quale costruire un fortino napoleonico. Proprio alla fine del XIX secolo la chiesa ha conosciuto una nuova vita: è stata restaurata lentamente, per poi essere riaperta al pubblico. Oggi può essere visitata grazie alla sezione del Fai di Ancona (con visite guidate e ingresso a offerta), anche se in realtà la struttura è di proprietà dello Stato.

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